27/09/08

TAVOLA V

TAVOLA V

L’Abitante di Unal

Spesso sogno la perduta Atlantide, persa nei secoli che sono passati nella notte. Epoche dopo epoche è esistita in bellezza, splendente nell’oscurità della notte.
Grande nel potere, dominando il nato in Terra, Signore della Terra nei giorni di Atlantide, Re delle nazioni, Maestro di saggezza, Luce in Suntal, Custode della Via, dimorò nel suo Tempio il Maestro di Unal, Luce della Terra nei giorni di Atlantide.
Maestro, Lui, era di un ciclo di là da noi, vivente in un corpo come uno tra gli uomini. Non era come nato in terra, Egli di là da noi, Sole di un ciclo, progredito più degli uomini.
Sappi, oh uomo, che Horlet il Maestro, non fu mai un figlio degli uomini.
Lontano nel passato, quando Atlantide al principio crebbe in potenza, apparve un essere con la Chiave della Saggezza, indicando la Via della Luce a tutto.
Indicò a tutti gli uomini il cammino per la realizzazione, la Via della Luce che fluisce fra gli uomini. Dominava l’oscurità, guida dell’Anima umana in alto, verso le altezze che erano Uno con la Luce.
Egli divise i Regni in parti. Erano dieci, governati dai figli degli uomini. Su un altro, costruì un Tempio, non edificato dai figli degli uomini.
Fuori dall’Etere Egli chiamò la sua sostanza, plasmata e formata dal potere di Ytolan nelle forme che costruì con la Sua mente. Per miglia su miglia coprì l’isola. Spazio su spazio crebbe nella sua grandezza. Nera, eppure non nera ma scura come lo spazio-tempo, e profonda nel suo cuore era l’Essenza della Luce.
Rapidamente crebbe il Tempio nell’essere, plasmato e forgiato dal Verbo dell’Abitante, richiamato dal senza forma in una forma.
Egli costruì poi nel Tempio grandi stanze, e le riempì con forme richiamate dall’Etere, le colmò con la saggezza rievocata dalla Sua mente.
Egli era senza forma all’interno del Suo Tempio, eppure si era formato ad immagine degli uomini. Dimorava tra loro, eppure non era simile ma era singolare e molto diverso dai figli degli uomini.
Egli scelse poi tra la gente, i Tre che divennero la sua porta d’accesso. Egli scelse i Tre dai più sommi affinché divenissero i suoi legami con Atlantide. Loro divennero messaggeri, latori del suo consiglio per i Re dei figli degli uomini.
Egli condusse altri e gli insegnò la saggezza; insegnanti, loro, dei figli degli uomini. Li stabilì sull’isola di Undal per farne insegnanti di Luce agli uomini.
Ognuno di quelli che furono scelti così, doveva essere istruito per quindici anni. Soltanto così avrebbe capito di essere Luce per i figli degli uomini.
Così là fu edificato il Tempio, una dimora per il Maestro dell’uomo.
Io, Thoth, ho sempre cercato la saggezza, cercando nell’oscurità e nella Luce. A lungo nella mia gioventù ho percorso il sentiero, cercando sempre di apprendere nuova conoscenza. Finché dopo molte fatiche, uno dei Tre mi portò la Luce. Mi portò i comandi dell’Abitante attirandomi dall’oscurità alla Luce. Mi condusse davanti all’Abitante, in profondità nel Tempio davanti al grande Fuoco.
Là sul grande trono, osservai l’Abitante, vestito di Luce ed ardente di fuoco. Mi inginocchiai davanti a quella grande saggezza, sentendo le onde della Luce scorrermi attraverso. Udii poi la voce dell’Abitante:
“Oh oscurità, vieni alla Luce. A lungo hai cercato il cammino della Luce. Ogni anima che sulla Terra scioglie le sue catene, presto sarà resa libera dalla schiavitù della notte. Dall’oscurità ti sei levato e ti sei avvicinato di più alla Luce della tua meta. Qui dimorerai come uno dei miei figli, custode di testimonianze raccolte con la saggezza, strumento della Luce dall’aldilà. Sei pronto per fare ciò che è necessario, protettore di saggezza attraverso le ere dell’oscurità che presto verranno sui figli degli uomini. Vivi qui ed assapora tutta la saggezza. I segreti ed i misteri ti saranno svelati”.
Poi risposi, al Maestro dei Cicli, dicendo:
“Oh Luce che discendi agli uomini, dammi la tua saggezza, che io possa essere un insegnante degli uomini. Dammi la tua Luce affinché io possa essere libero”.
Mi parlò ancora, il Maestro:
“Era dopo era dovrai vivere attraverso la tua saggezza. Sì, quando su Atlantide si rovesceranno le onde dell’oceano, conserverai la Luce, anche se nascosta nell’oscurità, pronta a manifestarsi quando tu la invocherai. Ora và, ed impara la grande saggezza. Cresci attraverso la Luce dell’Infinito TUTTO”.
Poi a lungo dimorai nel Tempio dell’Abitante finché alla fine fui Uno con la Luce.
Seguii poi il percorso verso i piani stellari e continuai il cammino verso la Luce. Profondo nel cuore della Terra seguii il sentiero, imparai i segreti, sotto come sopra; imparai il sentiero alle Sale di Amenti; apprendendo la Legge che equilibra il mondo. Nelle camere nascoste della Terra penetrai con la mia saggezza, profonde attraverso la crosta della Terra, nel percorso nascosto per ere ai figli degli uomini. Svelatomi davanti, acquisii più saggezza finché raggiunsi una nuova conoscenza: capii che ogni cosa è parte del TUTTO, grande ed ancora più grande di tutto ciò che conosciamo. Cercai il cuore dell’Infinito attraverso le ere. In profondità e sempre più profondamente, scoprii più misteri.
Ora, quando guardo indietro attraverso le ere, so che la saggezza è senza vincoli, cresce sempre più grande attraverso le ere, Uno con l’Infinito più grande del tutto.
C’era la Luce nell’antica Atlantide. Sì, ma anche l’oscurità era nascosta nel Tutto. Così qualcuno che tra gli uomini si era elevato ai vertici cadde dalla Luce nell’oscurità.
Loro diventarono orgogliosi per la propria conoscenza, orgogliosi del loro posto tra gli uomini. Scavarono in profondità nel proibito ed aprirono la porta che conduceva in basso.
Cercarono di acquisire sempre più conoscenza ma cercando di portarla in alto dal basso.
Chi scende in basso deve avere equilibrio, altrimenti è vincolato dalla mancanza della nostra Luce. Aprirono poi, con la loro conoscenza, i percorsi proibiti all’uomo.
Nel Suo Tempio, vedendo tutto, l’Abitante stava nel Suo Agwanti, mentre la Sua Anima vagava libera per Atlantide. Egli vide gli Atlantidei, con la loro magia, aprire la porta che avrebbe portato alla Terra una grande sventura. Quindi, velocemente, la Sua Anima ritornò di nuovo nel corpo. Si levò dal Suo Agwanti. Chiamò i Tre potenti messaggeri. Diede i comandi che sconvolsero il mondo.
Rapidamente l’Abitante discese in profondità sotto la crosta della Terra alle Sale di Amenti. Quindi richiese che i Sette Signori impugnassero i poteri: cambiò l’equilibrio della Terra. Ed Atlantide s’inabissò sotto le onde oscure.
Fu distrutta l’apertura che era stata aperta; fu distrutta la porta che portava in basso.
Tutte le isole furono distrutte tranne Unal, e parte dell’isola dei figli dell’Abitante. Egli li preservò perché fossero insegnanti, Luci sul cammino di quelli che sarebbero venuti dopo, Luci per i più piccoli figli degli uomini.
Poi Egli chiamò me, Thoth, davanti a sé, e mi diede gli ordini per tutto quello che dovevo fare, dicendo:
“Prendi, oh Thoth, tutta la tua saggezza. Raccogli tutte le tue testimonianze. Prendi tutta la tua magia. Vai avanti come insegnante degli uomini. Vai avanti preservando le testimonianze affinché nel tempo la Luce cresca tra gli uomini. Sarai Luce attraverso i secoli, nascosto seppure rintracciabile dagli uomini illuminati. Su tutta la Terra, NOI ti diamo il potere e la libertà a tua volta di darlo o toglierlo. Raduna ora i figli di Atlantide. Prendili e fuggi verso il popolo delle caverne di roccia. Vola verso la terra dei figli di Khem”.
Allora radunai i figli di Atlantide. Nella nave spaziale portai tutte le mie testimonianze e quelle di Atlantide inabissata. Raccolsi tutti i miei poteri, molti congegni della potente magia.
Poi ci sollevammo in alto sulle ali dell’alba.
Alti ci sollevammo sul Tempio, lasciandoci dietro i Tre e l’Abitante, in profondità nelle Sale sotto il Tempio.
Giù sotto le onde s’inabissò il grande Tempio, chiudendo il sentiero verso i Signori dei Cicli.
Eppure per sempre, a chi ha la conoscenza, sarà aperto il percorso ad Amenti.
Veloci fuggimmo sulle ali del mattino verso la terra dei figli di Khem. Là con il mio potere, li conquistai e li dominai. Innalzai alla Luce i figli di Khem.
In profondità sotto le rocce occultai la mia nave spaziale, aspettando il tempo in cui l’uomo sarebbe stato libero. Sopra la nave spaziale, eressi un emblema con la forma di un leone seppure simile all’uomo. Là, sotto la figura, riposa la mia nave spaziale, che sarà portata fuori quando si presenterà la necessità.
Sappi, oh uomo, che nel lontano futuro gli invasori verranno fuori del profondo. Allora dovrai svegliarti, tu che possiedi la saggezza. Dovrai fare avanzare la mia nave e conquisterai con facilità.
In profondità sotto la figura giace il mio segreto. Cerca e trova nella Piramide che ho edificato.
Ognuna dell’altra è la Pietra chiave; ognuna l’entrata che conduce alla Vita. Segui la Chiave che ho lasciato dietro di me. Cerca, e la porta alla Vita sarà tua. Cerca nella mia Piramide, in profondità nel passaggio che termina con un muro. Usa la Chiave dei Sette, ed a te sarà aperto il passaggio verso il basso.
Adesso ti ho dato la mia saggezza. Ora ti ho indicato la mia via. Segui il percorso. Chiarisci i miei segreti. Ti ho indicato la via.

Interpretazione di Doreal

alla Tavola V
Questa tavola è forse la più mistica, perché contiene anche informazioni finora nascoste all’uomo. Thoth contempla le glorie di Atlantide al suo apice, paragonandola al mondo che aveva intorno a quel tempo.
L’Abitante di Unal, il Maestro Horlet, era il governatore di tutta la Terra (con il potere cosmico che possedeva), anche se non interveniva nel governo delle nazioni a meno che non fosse necessario.
Horlet non era del tutto di questo ciclo, ma era un’estensione di uno dei Signori dei Cicli, manifestatosi in Terra per compiere certe funzioni necessarie: aiutare a stabilire la conoscenza e l’armonia tra gli uomini. Costituì i regni di Atlantide, dividendoli tra le razze e ponendo i più evoluti come reggenti del resto degli uomini.
Quando costruì il Tempio di Unal modellò l’etere o sostanza primaria per disporla a sua volontà, usando il potere di Ytolan per tenerla in forma. Il Tempio, quadrato, era di tre miglia di lato e di un miglio di altezza. In realtà non si trovava nello spazio tridimensionale, ma nella nona dimensione e quindi nell’oscurità. Nessun’arma dalla terza dimensione poteva danneggiarlo o perfino toccarlo, perché qualsiasi cosa lanciatavi contro si sarebbe persa nelle curve della nona dimensione. Aveva nel suo cuore l’essenza della Luce, perché là si trovava la porta d’accesso ad Amenti, dove il Fiore della Vita arde eternamente.
L’Abitante usò il Verbo per modellare la forma del Tempio. Il Verbo poi espresso come Ytolan. Nel Tempio l’Abitante creò potenti macchine di vario genere, formandole dalla materia prima ed attivandole a sua volontà. Realizzate così avrebbero funzionato per sempre, perché la volontà che forniva loro la potenza motrice è una cosa eterna.
Nel Tempio l’Abitante normalmente non si manifestava: in altre parole il corpo fisico che occupava di volta in volta rimaneva all’interno del Tempio mentre la sua coscienza era altrove.
Furono scelti Tre fra gli uomini più evoluti per essere messaggeri dell’Abitante. Egli li istruì accuratamente sul proprio compito, e tramite loro ne scelse altri che sistemò ad Undal, di fronte Unal, affinché fossero educatori e sacerdoti, scienziati e filosofi di Atlantide.
Thoth ebbe il suo primo contatto con l’Abitante tramite uno di questi messaggeri. Fu condotto al suo cospetto nel Tempio del grande fuoco. Questo fuoco non era il Fuoco della Vita, ma la radiazione causata dal raccordo dello spazio del Tempio con quello di Amenti.
Thoth fu condotto davanti all’Abitante che, seduto sul trono, rifletteva la Luce dalla porta d’accesso. A Thoth apparve letteralmente rivestito di fuoco. Egli lo informò che era stato scelto per essere il custode delle testimonianze, poiché l’Abitante poteva vedere nel futuro dell’uomo e sapeva che i cambiamenti di coscienza avrebbero portato un’onda di bassa evoluzione per la Terra. Sapeva anche che sarebbero avvenute distruzioni di zone della superficie terrestre. Così si dovevano prendere provvedimenti in modo che nulla andasse perduto. Thoth aveva avuto questo privilegio per proprio merito.
Il riferimento all’Abitante come Maestro dei Cicli è un riferimento ai cicli terra, non ai cicli cosmici. Era il custode del progresso dell’uomo da un ciclo terra all’altro. Thoth chiese di avere la saggezza per poter offrire la propria conoscenza all’uomo.
A Thoth fu data la vita eterna affinché avesse potuto portare a compimento il suo proposito. Rimase nel Tempio finché ebbe ricevuto la completa illuminazione. A Thoth fu data la conoscenza per penetrare i segreti di spazio tempo e materia, e con queste rivelazioni ebbe accesso a segreti sempre più grandi.
Negli ultimi giorni di Atlantide, la grande onda di coscienza che aveva arricchito i corpi degli uomini della Terra era passata a Venere, e la coscienza che si riversò sui corpi delle masse proveniva da Marte: questa era più materialistica della precedente.
Guardare nell’oscurità, invece che nella Luce, causò l’apertura di Yog-Sog-Thoth, la porta del ciclo inferiore. Un po’ della coscienza dell’onda precedente fu attratta dal potere materiale e penetrò nel piano: forse fu questa la parte della loro natura che li ha trattenuti dal progredire con i loro compagni.
Chi apre la porta al ciclo inferiore, deve essere un maestro, altrimenti il suo potere non può essere così equilibrato da sostenere chi va dal basso in alto.
Mentre gli uomini attuavano questo, l’Abitante era lontano dal suo corpo ed era proiettato nel luogo dove ciò stava accadendo.
Quando l’Abitante vide quello che accadeva, tornò nel suo corpo, chiamò i messaggeri e li mandò ad Atlantide, portandone alcuni ad Undal. L’Abitante poi discese ad Amenti per forzare l’apertura delle stanze nel canale attraverso il quale passa l’equilibrio della Terra. Quando attraversò la piramide di forza, vi attirò sopra il potere dei Sette e cambiò l’equilibrio della Terra da un canale all’altro, chiudendo il precedente.
Il risultante inabissamento di Atlantide distrusse l’apertura, eliminando le macchine che alteravano lo spazio avviate dagli Atlantidei.
Thoth fu chiamato dall’Abitante che gli ordinò di procedere nelle terre rimaste in superficie, radunando gli uomini di Undal e raccogliendo le testimonianze dell’antica saggezza. Fu nominato educatore e divulgatore di Luce.
Thoth raccolse le testimonianze, gli strumenti scientifici e le macchine, e con i saggi di Atlantide entrò in una nave spaziale e volò a Khem.
La potenza del motore della nave spaziale era data dall’energia estratta dal sole ed accumulata. L’elettricità è una forma di quell’energia derivata dalle emanazioni della piramide di forza.
Quando la nave spaziale partì, l’Abitante sigillò il Tempio e lo inabissò con Undal sotto le onde. Poi Egli ed i Tre andarono altrove.
Thoth arrivò in Egitto e conquistò i barbari. Quindi nascose la nave spaziale ed altri dispositivi da guerra sotto una grande roccia, che fu poi scolpita come la Sfinge: quando arriverà il momento in cui gli invasori attaccheranno la Terra dallo spazio, queste macchine saranno portate in superficie per respingerli.
Thoth dà una chiave per aprire il passaggio nascosto dalla Piramide alla Sfinge. La stessa chiave aprirà la porta della stanza che apre la via ad Amenti.


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