27/09/08

TAVOLA II

TAVOLA II


Le Sale di Amenti.

Profonde nel cuore della Terra ci sono le Sale di Amenti, lontane sotto le isole della sommersa Atlantide, le Sale della Morte e le Sale del Vivente, bagnate dal fuoco dell’infinito TUTTO.
Lontano, in un’epoca remota, persa nello spazio tempo, i Figli della Luce guardavano giù verso il mondo. Vedevano i figli degli uomini ridotti in schiavitù, confinati dalla forza che proveniva dall’aldilà. Sapevano che solo con la libertà dalla schiavitù, l’uomo poteva elevarsi dalla Terra al Sole.
Loro discesero giù e crearono i propri corpi, assumendo le sembianze degli uomini come proprie. I Maestri di ogni cosa, dopo la propria creazione dissero:
“Noi siamo coloro che furono creati dalla polvere spaziale, facendo parte della vita dell’infinito TUTTO; viventi nel mondo come figli degli uomini, simili eppure dissimili dai figli degli uomini.
Poi per loro dimora, lontano sotto la crosta terrestre, con il loro potere aprirono grandi spazi, spazi lontani dai figli degli uomini. Si circondarono di forze e di potere, protetti da ogni cosa dalle Sale dei Morti.
Poi, da un lato all’altro, posero altri spazi, e li riempirono con Vita e Luce dall’alto. Quindi costruirono le Sale di Amenti, che potevano abitare eternamente vivendo della vita fino alla fine dell’eternità.
Trentadue erano là, i Figli della Luce che era venuta tra gli uomini, cercando di liberare dalla schiavitù della tenebra quelli che erano vincolati dalla forza dall’aldilà.
Profondo nelle Sale della Vita crebbe un fiore, ardente, espandente, allontanante la notte.
Fu posto al centro un raggio di grande potenza, arrecando Vita, arrecando Luce, colmando di potere chi gli si avvicinava.
Gli posero intorno trentadue troni, i posti per ognuno dei Figli della Luce, disposti così affinché fossero inondati dalla radianza, colmati con la Vita della Luce Eterna.
Là, ripetutamente, posero i loro primi corpi creati, così da poter essere colmati con lo Spirito della Vita. Cento anni ogni mille la Luce che dava la Vita doveva ardere davanti ai loro corpi. Animandoli, risvegliando lo Spirito della Luce.
Là nel cerchio, epoca dopo epoca, risiedono i Grandi Maestri, vivendo una vita sconosciuta agli uomini.
Là, tra le Sale della Vita giacciono dormienti; la loro Anima fluisce libera attraverso i corpi degli uomini. Ripetutamente, mentre i loro corpi giacciono dormienti, s’incarnano nei corpi degli uomini, insegnando e conducendo in avanti ed in alto, fuori dell’oscurità, verso la Luce.
Là, nella Sala della Vita colmata dalla loro saggezza, non conosciuti dalle razze umane, viventi per sempre sotto il freddo fuoco della vita, sono seduti i Figli della Luce.
Ci sono tempi in cui si risvegliano, vengono dalle profondità per essere luci tra gli uomini, esseri infiniti tra i finiti.
Chi con profitto è uscito dall’oscurità, e si è elevato dalla notte alla Luce, è reso libero dalle Sale di Amenti, libero dal Fiore della Luce e della Vita. Poi guidato, con saggezza e conoscenza, passa da uomo a Maestro di Vita. Là può dimorare come uno dei Maestri, libero dai vincoli dell’oscurità della notte.
Seduti all’interno del fiore di radianza sono posti i Sette Signori dello Spazio-Tempo sopra di noi, aiutando e guidando con infinita Saggezza il cammino attraverso il tempo dei figli degli uomini. Potenti ed unici, loro, velati con i loro poteri, silenti, onniscienti, portatori della Forza della Vita, diversi eppure uno con i figli dell’uomo. Sì, diversi, eppure uno con i Figli della Luce.
Custodi ed osservatori della forza della schiavitù nell’uomo, pronti a liberarlo quando la Luce è stata raggiunta.
Primo e più potente, siede la Velata Presenza, Signore dei Signori, l’infinito Nove, su tutti gli altri di ogni Ciclo Cosmico, valutando ed osservando il progresso degli uomini.
Sotto di LUI, sono i Signori dei Cicli: Tre, Quattro, Cinque e Sei, Sette, Otto, ognuno con la sua missione, ognuno con il proprio potere, guidando, dirigendo il destino dell’uomo. Loro siedono là, forti e potenti, liberi da tutto il tempo e lo spazio. Non sono di questo mondo, eppure simili ad esso, loro, Fratelli Maggiori dei figli degli uomini, giudicando e pesando, con la loro saggezza, osservando il progresso di Luce fra gli uomini.
Fui condotto dall’Abitante là davanti a loro. Lo vidi fondersi con Uno dall’alto. Poi da Egli venne fuori una voce dicendo:
“Tu sei grande, Thoth, tra i figli degli uomini, d’ora innanzi libero dalle Sale di Amenti, Maestro di Vita tra i figli degli uomini. Non proverai la Morte se non la desidererai, ti disseterai della Vita sino alla fine dell’Eternità. D’ora innanzi la Vita è per sempre tua come vuoi. D’ora innanzi la Morte sarà in mano tua quando la chiamerai. Abita qui o parti quando lo desideri, libero è Amenti al Sole dell’uomo. Vivi la Vita in qualsiasi forma lo desideri, Figlio della Luce cresciuto tra gli uomini. Scegli tu il tuo compito, perché tutte le anime devono lavorare, mai essere libere dal cammino della Luce. Hai compiuto un passo in avanti nel lungo cammino. Adesso la montagna di Luce è infinita. Ogni passo che fai innalza la montagna; tutto il tuo progresso innalza la meta. Avvicinati sempre all’infinita Saggezza, non allontanarti mai dalla meta. Ora sei libero dalle Sale di Amenti per camminare mano nella mano con i Signori del mondo, con un unico intento, operando insieme, apportatori di Luce ai figli degli uomini.
Poi dal suo trono venne uno dei Maestri, mi prese la mano e mi condusse avanti, attraverso tutte le Sale della profonda terra nascosta. Mi condusse tra le Sale di Amenti, mostrandomi i misteri che sono sconosciuti all’uomo. Attraverso l’oscuro passaggio verso il basso mi condusse alla Sala dove sedeva l’oscura Morte. Vasta come lo Spazio era la Sala davanti a me, oscurata dalle tenebre eppure piena di Luce.
Innanzi a me comparve un grande trono buio, e nascosto in esso sedeva una figura oscura. Più buia dell’oscurità sedeva la grande figura, scura con un’oscurità non appartenente alla notte. Di fronte a lei indugiò poi il Maestro, proferendo il Verbo che conduceva alla Vita, dicendo:
“Oh Maestro dell’Oscurità, guida della via dalla Vita alla Vita, davanti a te ho portato un Sole del mattino.
Non toccarlo mai con il potere della notte.
Non richiamare mai la sua fiamma all’oscurità della notte.
Conoscilo e guardalo, uno dei nostri fratelli, elevato dalla tenebra alla Luce.
Libera la sua fiamma dalla schiavitù. Rendi libera la fiamma dall’oscurità della notte”.
Si alzò allora la mano della figura, d’innanzi crebbe una fiamma che salì chiara e brillante.
Si ritirò rapidamente la cortina dell’oscurità, svelando la Sala dall’oscurità della notte.
Poi altre ne crebbero nel grande spazio, davanti a me, fiamma dopo fiamma, dal velo della notte. Innumerevoli milioni ne apparvero, alcune fiammeggianti come fiori di fuoco. Altre diffondevano una pallida radianza, ardenti ma deboli al di fuori della notte. Altre erano là che svanivano rapidamente. Altre crescevano da una piccola scintilla di Luce. Ognuna era circondata dal suo debole velo di tenebra, eppure fiammeggiante di una Luce che mai potrebbe estinguersi. Venendo ed andando come lucciole in primavera, riempivano lo spazio con la Luce e con la Vita.
Poi una voce parlò, potente e solenne, dicendo:
“Queste sono luci che sono anime tra gli uomini, crescendo e scomparendo, esistendo per sempre, eppure cambiando vita, attraverso la morte nella vita. Quando sono sbocciati in fiore, e raggiunto lo zenit di crescita nella loro vita, io rapidamente mando il mio velo di oscurità, avvolgendole nel sudario e cambiandole in nuove forme di vita. Costantemente ascendenti attraverso le ere, crescono, ampliandosi in una fiamma ancora più grande, illuminando l’oscurità con ancora maggiore potere, estinguendosi eppure non spegnendosi dal velo della notte. Così cresce l’anima dell’uomo sempre in ascesa, estinguendosi eppure non spegnendosi nell’oscurità della notte. Io, Morte, vengo, eppure non rimango, perché esiste la vita eterna nel Tutto; solo un ostacolo, io, nel cammino, pronta ad essere conquistata dalla Luce infinita. Risvegliati, oh fiamma che bruci sempre interiormente, impara, oh fiamma e vinci il velo della notte”.
Allora in mezzo le fiamme nell’oscurità ne crebbe una che illuminò la notte, fiammeggiando, espandendosi, sempre più luminosa, finché alla fine non ci fu altro che Luce.
Allora la mia guida parlò, la voce del Maestro:
“Guarda la tua stessa anima come cresce nella Luce, ora libera per sempre dal Signore della notte”.
Mi condusse attraverso molti grandi spazi colmi di misteri dei Figli della Luce; misteri che l’uomo non potrà conoscere mai finché non sarà un Sole della Luce.
Egli mi riportò indietro alla Luce della Sala della Luce. Allora m’inginocchiai davanti ai Grandi Maestri, Signori di TUTTO dai cicli di sopra.
Egli parlò con parole di grande potenza dicendo:
“Tu sei stato reso libero dalle Sale di Amenti. Scegli il tuo compito tra i figli degli uomini”.
Allora io parlai:
“Oh grande Maestro, lasciami essere un maestro di uomini, portandoli avanti ed in alto finché anche loro diverranno luci tra gli uomini: liberi dal velo della notte che li circonda, fiammeggianti di Luce che splenderà tra gli uomini”.
Poi la voce mi parlò:
“Va’, sia come vuoi. Così è decretato. Tu sei maestro del tuo destino, libero di prendere o di lasciare a volontà. Prendi il potere. Prendi la saggezza. Brilla come una Luce tra i figli degli uomini”.
Allora l’Abitante mi condusse in alto. Dimorai ancora tra i figli degli uomini, insegnando e rivelando un po’ della mia saggezza; Sole della Luce, un fuoco tra gli uomini.
Ora nuovamente ripercorrerò il sentiero discendente, cercando la Luce nell’oscurità della notte. Tieni e conserva, preserva la mia testimonianza, sarà una guida ai figli degli uomini.

Interpretazione di Doreal

alla Tavola II
Le Sale di Amenti sono spazi peculiari nascosti della Terra, perché non si trovano in questa ottava di vibrazione materiale, ma in una piega dello spazio situata a parte rispetto a tutti gli altri. Hanno un collegamento diretto con le polarità positiva e negativa di Yarkima. La loro posizione approssimativa in rapporto alla Terra è sotto Atlantide ma per entrare si deve uscire dalla piega dello spazio.
Vi sono diversi posti dove lo si può effettuare: le Sorgenti Sulfuree in Oklahoma; il Monte Shasta in California; Mictolan in Sud America; Shamballa in Tibet; la Grande Piramide in Egitto; la Foresta Nera in Germania; Benares in India; i Monti Atlas nell’Africa del nord ovest.
La lontana epoca remota è il primo ciclo, fissato nel passato spazio-tempo, ed è quel particolare periodo che seguì al negativo che discese sull’uomo, rendendolo schiavo del piano materiale.
I Maestri di quel periodo, o Figli della Luce, crearono i loro corpi dalla materia primaria e la integrarono con la vita. Anche se esteriormente questi corpi erano simili all’uomo, la struttura interna era diversa, avevano gli organi dei sensi fruibili solo da una unità doppia di consapevolezza, maschile e femminile.
Non erano vincolati ad incompletezza o confusione come l’uomo, ed erano quindi liberi di compiere cose che il resto dell’umanità non era in grado di fare. Mentre il corpo fisico di Thoth doveva rinnovarsi ogni cinquanta anni, il loro corpo originale richiedeva un rinnovamento solo una volta ogni cento anni.
Fu nel primo ciclo che furono costruite le Sale di Amenti dai Figli della Luce che discesero in questo pianeta. Con le forze che controllavano, alterarono lo spazio e costruirono Amenti e la confinarono nella Terra. Le Sale dimensionali intorno, la proteggevano dall’ingresso di chiunque non fosse dotato di una coscienza elevata. Il grande spazio era suddiviso in altri spazi più piccoli dove erano fatte convergere concentrazioni di forza dirette da Yarkima.
Sulla Terra c’erano trentadue Figli della Luce, incaricati delle vicende terrestri.
Nelle Sale fu posto un punto di concentrazione di Forza Vitale o Spirito. In esso si riversa quella Forza Vitale che fornisce la vita stessa al pianeta. Quando la materia sulla Terra si disintegra, lo spirito liberato è attirato al Fiore della Vita in Amenti per essere riutilizzato. Agisce per la Terra nello stesso modo in cui il plesso solare agisce per il corpo umano.
I troni dei Figli della Luce erano così disposti per trovarsi nel pieno flusso dello spirito, che provvedeva ai loro corpi non appena erano lasciati. Quindi un corpo posto sotto del Fiore della Vita non traeva la vita direttamente dalla fonte, ma ne era intriso dalla sua radianza. L’equilibrio era mantenuto perfetto mentre la coscienza era lontana, anche per secoli. La forza della vita è così forte che la riserva accumulata nel corpo posto sotto il Fiore della Vita per cento anni, era tanto appagata che sarebbe durata per mille anni senza necessità di rinnovo. Quindi con dieci anni ogni cento avrebbero potuto mantenere il corpo giovane ed energico.
In molti casi lasciavano il loro corpo per lunghi periodi di tempo, ed i Figli della Luce entravano nei corpi degli uomini dalla nascita. Occasionalmente si presentavano con i loro corpi originali, anche se non di frequente.
Quando qualcuno raggiunge la Terza Illuminazione, è reso libero da Amenti e può, se lo desidera, porre il proprio corpo sotto il Fuoco della Vita e rinnovarlo di epoca in epoca.
I Sette Signori sono emanazioni dirette delle estensioni dalla coscienza del sette cosmico. Operano indipendenti, eppure in armonia con questa coscienza. Controllano alcune forze dall’aldilà, come il disordine negativo ed hanno emanazioni su tutti i pianeti abitati del cosmo. Altre funzioni dei Signori sono il controllo dello spazio-tempo, la separazione dei Quattro Tempi ed il contenimento di un attacco di disordine della limitazione negativa sulle fiamme di coscienza che l’hanno generata. È loro il potere che conduce la forza vita al suo punto di unione nel Fiore della Vita ed ivi lo trattiene.
Il Signore dei Signori è l’emanazione del Nono Ciclo Cosmico e detiene il suo titolo perché è il più evoluto e la più lontana estensione di questo I.Yoδ. È il potere che controlla il negativo in tutti i cicli cosmici. Sotto di Lui, ma uguali nel proposito e nel controllo dei loro specifici poteri, si trovano i Signori di altri sei cicli sopra di noi. Anche se non appartengono a questa consapevolezza cosmica, le sono uniti per tutte le epoche formate dallo stesso materiale di base, e sono nati dalla stessa fonte, lo I.Yoδ, la fonte primaria della creazione.
Thoth fu condotto davanti ai Signori da Horlet, l’Abitante di Unal, e là ammirò l’Abitante fondersi con uno dei Signori: in altre parole, entrarono così in armonia che divennero uno. Da lui giunse una voce. I Signori, non avendo forma e vibrazione umana, non potevano comunicare con parole. Il loro potere fu ridimensionato così che Thoth poteva sentire. In seguito fu capace di alzare la propria vibrazione così da sentire la silente voce dei Signori. Al momento non poteva verificarsi, perché doveva ancora superare determinate prove.
A Thoth fu data la libertà da Amenti e la chiave con la quale, a volontà, poteva aprire quello spazio, ed avendo accesso al Fiore della Vita moriva quando voleva. Thoth imparò le leggi della creazione in modo da potere assumere qualsiasi forma o corpo desiderasse. Secondo la Legge avrebbe dovuto scegliere il particolare incarico che avrebbe eseguito, poiché il raggiungimento dell’illuminazione reca maggiore opportunità e potere per operare. L’elevatezza che Thoth aveva raggiunto, era soltanto una collina delle alte montagne di Luce trascendentale verso cui tutte le coscienze cosmiche stavano operando.
Quando Thoth raggiungeva una meta, poteva proseguire con chi stava cercando una meta superiore. Fu uno dei 32 Figli della Luce, e non uno dei Signori, che condusse Thoth nel suo primo giro nelle Sale di Amenti, il luogo dove regnava l’antitesi della vita (che è morte).
Questa forza, essendo qualcosa di simile a quella che si chiama vita, si trova nel luogo della vita. Potrebbe sembrare paradossale definire la morte come simile alla vita, ma se consideriamo che è con l’azione della morte al negativo che la vita si libera, potremmo ravvisarne la sua affinità.
Il Signore della Morte non è uno dei Signori dei cicli superiori, ma appartiene a questo ciclo cosmico. Ha l’incarico di agire con la forza della morte sul negativo che circonda ogni scintilla di coscienza. Quell’oscurità, che è la perdita di coscienza o morte, è chiamata notte, perché in essa la coscienza perde la memoria di quello che è stata. Si chiede al Signore della Morte di non toccare Thoth con la perdita di coscienza, e di vederlo e riconoscerlo come un Sole della Luce, da non trattenere o toccare con la morte. La mano del Signore della Morte è alzata, sprigionando la fiamma, simbolo della Luce dissimulata dall’oscurità della morte. La Luce esilia l’oscurità.
A Thoth si rivelano innumerevoli milioni di fiamme, ognuna un’anima che si manifesta in questo piano. La luminosità od oscurità della fiamma rivela il grado di disordine negativo a cui è legata. Il Signore della Morte rivela a Thoth i misteri della vita e della morte, spiegando come l’anima s’incarna in un corpo fisico, raggiunge lo zenit della sua crescita e poi passa attraverso il cambiamento della morte per poi progredire con maggiore Luce. La morte giunge, ma solo temporaneamente. La vita stessa è immortale, esistendo dall’inizio alla fine. Infine, sempre, Vita e Luce devono vincere morte ed oscurità. La Morte desidera che la Luce ne annulli il potere, perché anche la Morte proviene dalla Luce. A Thoth è mostrato come la sua stessa anima avanza dall’oscurità e fiammeggia in piena Luce. La Guida poi conduce Thoth in altri grandi spazi in Amenti, mostrandogli ovunque i misteri rivelati solo agli adepti. Tra altri, gli sono indicati spazi più interni della quarta dimensione. Thoth fu poi condotto di nuovo davanti ai Signori, e da coloro che gli avevano parlato prima gli fu ordinato di scegliere il suo incarico. Thoth, spontaneamente, scelse di diventare un insegnante per condurre le anime dall’oscurità alla Luce. Fu approvato nella sua scelta dai Signori e gli fu ordinato di proseguire ad operare per come aveva scelto.
Thoth fu condotto sulla Terra, per attuare la scelta fatta. Egli termina con l’affermazione di stare per andare ancora ad Amenti, lasciando l’uomo per un periodo.


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